Cosa sono i depuratori
Acquedotto Pugliese garantisce il ciclo idrico integrato in tutte le sue fasi: dalla captazione, potabilizzazione e distribuzione di acqua potabile ai servizi di fognatura e depurazione delle acque reflue, per la Puglia e per 12 Comuni della Campania. Attraverso la controllata Aseco SpA, AQP si occupa anche del trattamento dei rifiuti organici.
L’azienda è stata pioniera in Italia ed in Europa nel campo della depurazione sperimentando impianti già a partire dagli anni ‘20. Oggi, Acquedotto Pugliese gestisce 184 depuratori in Puglia, un parco impiantistico tra i più grandi ed evoluti d’Italia sia dal punto di vista tecnologico sia dal punto di vista della qualità delle acque rilasciate, utilizzando, oltre alla tradizionale tecnologia a fanghi attivi, anche quella a membrana e disinfezione con raggi UV, sperimentando, altresì, soluzioni per il trattamento alternativo ed eco-sostenibile.
L’integrazione di nuove tecnologie nel processo di lavorazione consente ad Acquedotto Pugliese di cogliere le opportunità di innovazione e acquisire un’alta specializzazione nel settore della depurazione. Tecnologia e innovazione sono anche alla base della formazione continua delle oltre 500 persone impegnate nella depurazione, al fine di rendere sempre più evoluta la gestione e la manutenzione ordinaria e straordinari a degli impianti.
Nel 2019 sono stati investiti 65 milioni di Euro sul comparto depurativo per la realizzazione di interventi finalizzati al potenziamento degli impianti gestiti, attraverso la progettazione di interventi mirati all’adeguamento normativo per il riutilizzo delle acque reflue, la realizzazione di coperture e sistemi di trattamento aria per oltre 60 impianti depurativi, la rifunzionalizzazione e adeguamento di alcuni recapiti finali, l’installazione di nuove centrifughe per l’ottimizzazione del processo di disidratazione, interventi di manutenzione straordinaria necessari a garantire la tutela della salute umana, il rispetto degli adempimenti normativi e l’efficientamento della gestione.
A questi interventi si uniscono azioni volte a ottimizzare i costi energetici, promuovendo una sempre più attenta e puntuale tutela dell’ambiente e dell’ecosistema. In quest’ottica, quest’anno, Acquedotto Pugliese ha avviato un impianto di cogenerazione a biogas da fanghi di depurazione e un impianto fotovoltaico da 16,5 KW in grado, insieme al cogeneratore a biogas, di produrre energia elettrica sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico dell’impianto di depurazione di Lecce.
Fino al 2024 sono pianificate azioni per un importo complessivo di 365 milioni.
Questa progettualità rientra un articolato e ambizioso piano di sostenibilità ambientale, orientato allo sviluppo dell’economia circolare del ciclo idrico e alla tutela dell’ambiente, aspetti fondamentali per una terra come la Puglia orientata allo sviluppo turistico e agroalimentare.
I depuratori sono presidi sanitari a tutela del territorio e della qualità di vita complessiva dell’area servita, che hanno l’esclusivo compito di restituire al loro ciclo naturale e con modalità compatibili e rispettose dell’ambiente, le acque provenienti dalle abitazioni dei cittadini allacciate regolarmente alla pubblica fogna.
- COME FUNZIONA UN IMPIANTO DI DEPURAZIONE?
Gli impianti di depurazione gestiti da Acquedotto Pugliese sono, quasi tutti, del tipo a fanghi attivi, caratterizzati da pretrattamenti (grigliatura, dissabbiatura, equalizzazione), sedimentazione primaria, trattamento del tipo biologico nitro-denitro, sedimentazione finale e digestione anaerobica/aerobica dei fanghi.
I processi di depurazione comprendono una linea acque e una linea fanghi.
- LINEA ACQUE
Stazioni di grigliatura e dissabbiatura: rimuovono gli elementi grossolani (stracci, sabbie, etc.). Possono causare di conseguenza intasamento e danneggiamento delle apparecchiature elettromeccaniche.
Stazione di equalizzazione: accumula il liquame grezzo nelle ore di massima portata, si svuota nelle ore di minima. Assolve al duplice compito di: laminare la portata (le pompe di sollevamento inviano una portata costante nelle 24 ore alle stazioni successive di trattamento); omogeneizzare il carico (invio alle stazioni successive una tipologia omogenea di liquame nelle 24 ore).
Stazione di sedimentazione primaria: serve a far sedimentare, sul fondo delle vasche, la parte più pesante del liquame (fanghi primari) e, con elettropompe, a inviarla alla linea fanghi. Il “chiarificato” è inviato, invece, alla successiva stazione della linea acque.
Stazione di trattamento biologico: cuore di un impianto di depurazione, realizza i processi di denitrificazione e ossidazione. Grazie alla insufflazione di una quantità prestabilita di aria, i batteri degradano le sostanze inquinanti (carbonio, azoto e fosforo) presenti nel liquame in arrivo.
Stazione di sedimentazione finale: i fanghi secondari, che decantano sul fondo della vasca e contengono batteri idonei al trattamento biologico, sono ricircolati in testa alla stazione di trattamento biologico e, per la parte in esubero, allontanati verso la linea fanghi. La stazione di sedimentazione finale restituisce un refluo chiarificato.
Stazione di filtrazione finale: rimuove le particelle di fango ancora presenti.
Stazione di disinfezione: garantisce, a mezzo del dosaggio di reattivi chimici, l’abbattimento della carica batterica del refluo effluente. Di conseguenza, viene inviato al recapito finale.
- LINEA FANGHI
Ispessitori: rimuovono parte del contenuto di acqua dai fanghi primari e secondari estratti dalla linea acque.
Digestore aerobico: favorisce la vita di batteri aerobici, che grazie all’ossigeno insufflato, degradano le sostanze volatili presenti nel fango, responsabili del cattivo odore, della putrescibilità e di una scarsa disidratabilità del fango.
Digestore anaerobico: favorisce la vita di batteri anaerobici (grazie ad una temperatura di circa 37°C e all’assenza di ossigeno), che degradano le sostanze volatili presenti nel fango, responsabili del cattivo odore, della putrescibilità e di una scarsa disidratabilità del fango.
Gasometro: accumula il biogas che si forma in seguito al processo di digestione anaerobica.
Centrale termica: utilizza il biogas per riscaldare i fanghi presenti nel digestore anaerobico.
Disidratazione meccanica: riduce ulteriormente, al termine del processo di digestione, il contenuto di acqua presente nei fanghi, con l’ausilio di prodotti chimici.
Il processo di depurazione dà origine, di conseguenza, alla produzione di rifiuti, tra cui i principali sono i cosiddetti fanghi da depurazione, che non rientrano tra i rifiuti pericolosi.
Tra i fattori che possono inficiare il servizio di depurazione, ci sono gli scarichi anomali (arrivi impropri all’impianto di acque meteoriche, di vegetazione e di natura lattiero-casearia). Si stima che le irregolarità del refluo in ingresso riguardino il 19% dei depuratori.
Acquedotto Pugliese effettua regolarmente i controlli sulle acque in ingresso ed uscita sui depuratori per accertare la qualità delle acque. Nel 2018 sono stati effettuati 22.029 campioni per circa 168.419 Parametri dei reflui in ingresso, in uscita e lungo le fasi del processo depurativo.